Aurelio Carraffa, il nostro Chef

Aurelio Carraffa

Aurelio Carraffa

SONO UNO CHEF  Ho una inesauribile passione per la cucina!

Se volessi utilizzare un solo aggettivo per definire la mia cucina, questo sarebbe senza alcun dubbio: mediterranea. La mia ricerca è concentrata sulla valorizzazione delle materie prime, sulla cui qualità non ammetto compromessi. Il risultato finale deve essere armonico e i sapori devono fondersi pur rimanendo perfettamente distinguibili. Credo in una cucina vera, fatta di prodotti eccellenti, di tecnica e intuito; rispettosa delle tradizioni e dai risvolti innovativi. Il cibo è un’espressione della vita, da gustare con consapevolezza. Tradizione e sperimentazione, conoscenza del cibo e innovazione: questi sono i miei concetti guida. Sono nato e cresciuto in Sicilia e in questa terra ho appreso le basi della cucina. Ora sono l’entusiasta Chef e Direttore Didattico della scuola di cucina MaMà Mediterraneum.

Aurelio CArraffa

SONO UN DESIGNER  Amo il bello e il buono.

Creare un buon piatto è, in un certo senso, come progettare un ambiente armonico. Da Interior e Industrial Designer, mia prima professione che mi ha consentito di sviluppare importanti progetti in Italia e all’estero, sono arrivato alla consapevolezza che non vedevo l’ora di tornare a casa per mettermi ai fornelli. Dopo una giornata di lavoro, cucinare era fonte di piacere e di relax. Così, il 16 giugno del 2009, dopo aver in parte ristrutturato il mio studio di design, ho appeso la matita al chiodo per prendere in mano… il coltello. Il design fa ancora ampiamente parte del mio lavoro quotidiano e del mio processo di ricerca in cucina. Sono una persona curiosa affascinata dal mondo che mi circonda: mi piace osservare gli ambienti dove mi trovo, ascoltare la gente e vivere esperienze nuove. Solitario, con un taccuino e la mia macchina fotografica, raccolgo ispirazioni dalle piccole cose quotidiane. Fotografo. Disegno sui miei taccuini registrando quello che vedo, quello che ricordo.

Aurelio Carraffa

SONO UN DESIGNER  Amo il bello e il buono.

Creare un buon piatto è, in un certo senso, come progettare un ambiente armonico. Da Interior e Industrial Designer, mia prima professione che mi ha consentito di sviluppare importanti progetti in Italia e all’estero, sono arrivato alla consapevolezza che non vedevo l’ora di tornare a casa per mettermi ai fornelli. Dopo una giornata di lavoro, cucinare era fonte di piacere e di relax. Così, il 16 giugno del 2009, dopo aver in parte ristrutturato il mio studio di design, ho appeso la matita al chiodo per prendere in mano… il coltello. Il design fa ancora ampiamente parte del mio lavoro quotidiano e del mio processo di ricerca in cucina. Sono una persona curiosa affascinata dal mondo che mi circonda: mi piace osservare gli ambienti dove mi trovo, ascoltare la gente e vivere esperienze nuove. Solitario, con un taccuino e la mia macchina fotografica, raccolgo ispirazioni dalle piccole cose quotidiane. Fotografo. Disegno sui miei taccuini registrando quello che vedo, quello che ricordo.

Aurelio Carraffa

I MIEI DISEGNI  Mi piace disegnare,  scarabocchiare.

Uso matita, penna stilografica e acquerelli, solo questo. Disegno preferibilmente sui miei taccuini, su carta per acquerelli o dove mi capita. A volte trovo vecchie carte nei cassonetti della raccolta differenziata e adoro disegnarvi sopra, altre volte uso pagine sciolte provenienti da libri antichi o vecchie buste da lettera le cui affrancature mi ispirano i disegni. Quasi sempre i miei disegni sono accompagnati da testi che mi servono per evocare maggiormente quello che rappresentano. Questo deriva dalla mia vocazione per i carnet di viaggio. A volte illustro le mie ricette, reali e di fantasia e, ultimamente, alcuni di questi disegni sono entrati a far parte delle dispense nelle mie lezioni di cucina. I gyotaku, antica tecnica giapponese e mia ultima passione, sono invece vere e proprie impronte di pesci  impresse sulla carta di riso.

Aurelio Carraffa

I MIEI DISEGNI  Mi piace disegnare,  scarabocchiare.

Uso matita, penna stilografica e acquerelli, solo questo. Disegno preferibilmente sui miei taccuini, su carta per acquerelli o dove mi capita. A volte trovo vecchie carte nei cassonetti della raccolta differenziata e adoro disegnarvi sopra, altre volte uso pagine sciolte provenienti da libri antichi o vecchie buste da lettera le cui affrancature mi ispirano i disegni. Quasi sempre i miei disegni sono accompagnati da testi che mi servono per evocare maggiormente quello che rappresentano. Questo deriva dalla mia vocazione per i carnet di viaggio. A volte illustro le mie ricette, reali e di fantasia e, ultimamente, alcuni di questi disegni sono entrati a far parte delle dispense nelle mie lezioni di cucina. I gyotaku, antica tecnica giapponese e mia ultima passione, sono invece vere e proprie impronte di pesci  impresse sulla carta di riso.

Aurelio Carraffa

LE MIE FOTOGRAFIE  Fotografo da quando avevo 12 anni, da quando mio padre mi regalò la prima macchina Voightländer.

Da allora fotografare è divenuto un modo per guardare il mondo con occhi curiosi. Ecco, fotografare mi ha insegnato ad essere curioso. Amo il bianco & nero, perché il risultato finale dà la possibilità di concentrarsi maggiormente sul soggetto e sulla scena. Dall’analogico sono passato al digitale, ma col tempo ho capito che non mi bastava più guardare le foto in un monitor. Ecco allora che sono tornato all’analogico più analogico che c’è: la Polaroid. Lavoro e modello l’emulsione delle Polaroid e le trasferisco su supporti di qualsiasi tipo: questo rende ancora più artigianale il mio approccio alla fotografia.

Aurelio Carraffa

LE MIE FOTOGRAFIE  Fotografo da quando avevo 12 anni, da quando mio padre mi regalò la prima macchina Voightländer.

Da allora fotografare è divenuto un modo per guardare il mondo con occhi curiosi. Ecco, fotografare mi ha insegnato ad essere curioso. Amo il bianco & nero, perché il risultato finale dà la possibilità di concentrarsi maggiormente sul soggetto e sulla scena. Dall’analogico sono passato al digitale, ma col tempo ho capito che non mi bastava più guardare le foto in un monitor. Ecco allora che sono tornato all’analogico più analogico che c’è: la Polaroid. Lavoro e modello l’emulsione delle Polaroid e le trasferisco su supporti di qualsiasi tipo: questo rende ancora più artigianale il mio approccio alla fotografia.

Aurelio Carraffa

I MIEI CARNET DI VIAGGIO Amo viaggiare perché sono curioso.

Nel viaggio il dove diventa l’elemento prioritario. L’essenza diventa l’esplorazione, l’ascolto dei luoghi visitati, la percezione completa di una realtà nuova. La compagnia ideale per il viaggio è la solitudine, infatti è bellissimo viaggiare con se stessi. In un viaggio, il tempo che solitamente dedichiamo agli altri viene totalmente assorbito dall’ambiente e della sua comprensione. Capita spesso, viaggiando da soli, di notare dettagli che altrimenti sfuggono. I miei compagni di viaggio sono i miei carnet, a volte dei Moleskine altre dei taccuini che realizzo a mano con carta per acquerello di alta qualità, la mia scatola di acquerelli, i pennelli e le mie inseparabili penne stilografiche. Il viaggio comincia con la scelta o la realizzazione del carnet a fisarmonica, prosegue con la ricerca preventiva di apporti ovvero di qualunque oggetto cartaceo che possa richiamare i luoghi che andrò a visitare (francobolli, banconote, piante antiche, testi di libri antichi, capilettera). La ricerca degli apporti prosegue durante il viaggio. Appositamente non porto con me la macchina fotografica perché registro tutto su carta.

A volte viaggio con la mente e creo carnet da libri appena letti, come quello realizzato sull’Isola Ferdinandea.

Aurelio Carraffa

I MIEI CARNET DI VIAGGIO Amo viaggiare perché sono curioso.

Nel viaggio il dove diventa l’elemento prioritario. L’essenza diventa l’esplorazione, l’ascolto dei luoghi visitati, la percezione completa di una realtà nuova. La compagnia ideale per il viaggio è la solitudine, infatti è bellissimo viaggiare con se stessi. In un viaggio, il tempo che solitamente dedichiamo agli altri viene totalmente assorbito dall’ambiente e della sua comprensione. Capita spesso, viaggiando da soli, di notare dettagli che altrimenti sfuggono. I miei compagni di viaggio sono i miei carnet, a volte dei Moleskine altre dei taccuini che realizzo a mano con carta per acquerello di alta qualità, la mia scatola di acquerelli, i pennelli e le mie inseparabili penne stilografiche. Il viaggio comincia con la scelta o la realizzazione del carnet a fisarmonica, prosegue con la ricerca preventiva di apporti ovvero di qualunque oggetto cartaceo che possa richiamare i luoghi che andrò a visitare (francobolli, banconote, piante antiche, testi di libri antichi, capilettera). La ricerca degli apporti prosegue durante il viaggio. Appositamente non porto con me la macchina fotografica perché registro tutto su carta.

A volte viaggio con la mente e creo carnet da libri appena letti, come quello realizzato sull’Isola Ferdinandea.